MARVEL IT presenta:

I DIFENSORI

#52

Niente cloni, forse

(o “Questa non è una saga” Parte 2 di 5)

 

 

Aeroporto Internazionale di Los Angeles.

Seduta davanti al finestrino, Patricia “Patsy” Walker osserva la pista avvicinarsi sempre di più durante l’atterraggio.

La rivista di moda appoggiata sulle sue gambe è ferma a pagina 3 dall’inizio del viaggio. Ha riflettuto per tutto il viaggio sulla sua decisione di lasciare i Difensori per un po’…e ancora non ha smesso di pensare.

I suoi amici sono stati molto importanti nell’ultimo periodo… quando si torna dalla morte è sempre utile avere un po’ di supporto. Ma il gruppo si è dimostrato troppo poco unito nell’ultimo tempo. Le amicizie non si sono affievolite, anzi, ma l’essere un Difensore ha smesso di essere importante.

Oggi come oggi, Patsy non si sente un Difensore più di quanto si senta una Vendicatrice. La sua vita da super-eroina è troppo instabile ultimamente, ha bisogno di riprendere gli agganci con la realtà e la sua famiglia.

L’aereo atterra, e Patsy si promette di richiamare al più presto i suoi amici ed assicurarsi che abbiano preso bene la sua decisione.

Ed è allora che qualcosa scatta nella sua mente. L’immagine di un’esplosione di luce e di una spada rossa che viene sguainata…

-Tenetevi forte !!! – grida per avvisare gli altri passeggeri, prima che si senta un fortissimo rombo di tuono proveniente dall’esterno.

Una sottile onda di energia rossa attraversa il corridoio dell’aereo, e diverse urla affollano il velivolo.

L’istinto suggerisce a Patsy di scappare, ma la cintura ancora allacciata la fa ritardare quanto basta. La gravità ha il sopravvento, e tutto si ribalta.

Quanto resta della forza inerziale dell’aereo si scatena sui passeggeri, che si ritrovano a rotolare sulla pista dell’aeroporto insieme ai bagagli.

Patsy è la prima a riprendersi dallo shock, e a capire cosa è successo: l’aereo è stato tagliato a metà.

In mezzo al luogo del disastro, un uomo in armatura cremisi ripone una spada nel fodero.

 

Richmond Laboratories, New York

Il vantaggio di essere un miliardario…uno dei vantaggi…è che finché sei disposto a pagare, nessuno troverà strano che esista un laboratorio completamente automatizzato i cui sistemi di accesso sono così complessi da rendere vano qualunque tentativo di capire chi vi possa entrare e quando.

Una luce rossa passa sul dorso di una mano, le cui dita stanno impazientemente tamburellando sullo scanner.

-Niente – sbuffa il Cavaliere Nero ritraendo il braccio – Nessuna strumentazione registra il simbolo. Non appare neanche in fotografia…

Nottolone siede in angolo del laboratorio, la maschera ancora sul volto. Un tempo se la sarebbe tolta per rilassarsi ed essere Kyle Richmond per il tempo necessario… ma sa quanto sia spiacevole vedere la sua faccia senza occhi.

-Descrivilo – chiede.

-Non è così semplice – risponde il Cavaliere Nero, guardandosi la mano con attenzione – Prima era un cerchio, poi un triangolo, ora sembra una spirale irregolare.

-Sta cambiando anche adesso ?

-Credo di no, ma anche prima era fermo. Credo cambi forma ogni volta che smetto di pensarci.

-Di che colore è ?

-Sei parecchio curioso – nota l’ex Vendicatore rimettendosi il guanto nero – Va bene raccogliere informazioni, ma è solo un segno…niente di importante, di sicuro.

-Scommetto che l’Uomo Ragno diceva lo stesso di ritorno dal pianeta dell’Arcano…

-Spiritoso. Credo sia di origine mistica…dovremmo analizzare il luogo dell’incendio. Forse l’alieno ha lasciato degli indizi sulla propria origine.

-No – risponde con voce ferma Nottolone – Lì dentro non è rimasto più nulla collegato al simbolo.

-E ne sei così certo perché…

-…ho ascoltato molto attentamente e non c’era nulla.

Silenzio.

-Uhm, Kyle, sono sicuro che allenarti ad usare il tuo senso sonar sia una gran cosa, ma…cerca di essere un po’ più realistico al riguardo, okay ? Il tuo approccio non è per nulla scientifico.

-Che ne sai tu del realismo, sei la reincarnazione di un cavaliere delle Crociate che va in giro con una spada maledetta.

Il Cavaliere Nero alza un dito come per iniziare una puntualizzazione, per poi guardarsi intorno e fermarsi.

-Discendente, ma quello che volevo dire è…

Le porte del laboratorio si spalancano, ed una donna statuaria che brandisce una spada annuncia:

-Carol è stata rapida da Deadpool e non ha i suoi poteri !!!

-...che abbiamo altre cose a cui pensare.

 

La Fabbrica di Carne

In mezzo ad arrugginiti macchinari obsoleti, dozzine di tubi di vetro percorrono in lungo e il largo l’edificio trasportando fluidi cangianti.

La Fabbrica si estende su più livelli. Da quello più in alto, passeggiando su una grata di ferro, due donne osservano il lavoro febbrile delle centinaia di lavoratrici.

Tutte uguali, tutte giovani ed attraenti. Tutte mute ed avvolte in uniformi aderenti che formano una guaina organica attorno alla loro pelle.

Carol Danvers osserva tutto questo in un misto di stupore e raccapriccio, ascoltando la donna afroamericana che sta visibilmente invecchiando sotto i suoi occhi.

-Osservi il mondo, miss Danvers – prosegue la Direttrice - Milioni, miliardi di donne costrette a soddisfare il volere degli uomini. Crimine, depravazione, inferiorità generata dagli istinti sessuali irrefrenabili della razza umana. Io ho la soluzione.

-Cosa sei, una specie di Superia dei poveri ?

-Lei ha visto la mia soluzione, miss Danvers. Una razza di donne che si replicano fino al numero desiderato, nel tempo desiderato, che vivono per il tempo desiderato. Immagini un mondo senza prostituzione.

-Hhm, sì, bel proposito…ma perché solo le donne ? Perché non hai creato anche un esercito di uomini-oggetto ? I gusti sono gusti, okay, ma c’è chi apprezzerebbe.

-Purtroppo il procedimento non ha effetto su organismi con un cromosoma Y. Col tempo, spero di riuscire ad eliminare questo difetto di progettazione.

-Intendi eliminare tutti gli uomini ? Torniamo in zona Superia, cara Direttrice…

-Lei non mi capisce, miss Danvers, non sono una criminale. E non odio gli uomini. Le mie creazioni elimineranno per sempre concetti come sfruttamento dell’essere umano, lavoro fisico, negazione del piacere…

-Ho viaggiato un po’ per lo spazio, e ti dirò, ci sono razze che hanno tentato qualcosa del genere. Finisce in un solo modo…Molto Male. Gli uomini…e le donne… trovano sempre nuovi crimini e perversioni per tenersi occupati.

-Sarebbe sorpresa dallo scoprire a quali fonti ho attinto per il mio piano, miss Danvers…mi creda, una volta trovata una Matrice abbastanza stabile da garantire milioni di generazioni, sarà la fine del peccato.

-Okay, diciamo che ti credo, sei la salvatrice del pianeta. A che ti servo io ?

-Tutte le mie creazioni sono repliche esatte di una Matrice…una donna il cui DNA viene replicato continuamente, fino ad un numero massimo di generazioni. Io, per esempio, sono una copia esatta della Matrice-4. Raggiungo l’età adulta in 32 secondi ed ho un ciclo vitale di una settimana. Terminato il ciclo vitale, il mio corpo si scioglierà per dare vita ad una mia esatta copia, con tutti i miei ricordi e le mie esperienze, che vivrà per un’altra settimana prima di morire e dare la luce ad un’ennesima replica. Fino a raggiungere il limite di 60 generazioni, finite le quali sarà necessario usare una nuova Matrice.

-Ed inizio a capire che non sia indispensabile che qualcuna voglia diventare una Matrice, vero ?

-Che ci creda o meno, tutte e 16 le Matrici utilizzate finora erano volontarie. Ma lei, miss Danvers, è troppo perfetta per potersi rifiutare. E’ in perfette condizioni psicofisiche, ha un corpo che ogni uomo o donna desidererebbe, e soprattutto il suo DNA si è dimostrato capace di sopportare almeno tre pesanti riscritture.

-Un secondo, come fa a sapere così tante cose su di me ?

 -Mi tengo informata su tutte le donne con un certo potenziale… so tutto di lei sin dall’inizio della sua strabiliante carriera militare. Se posso conoscere i misteri della sua condizione genetica, e controllare la sua biologia bloccando i suoi poteri, crede davvero di potermi ingannare con un costume ?

-Oh, almeno non ha detto che la mia maschera copre meno di un paio di occhiali. Per il momento mi farò bastare le sue mezze spiegazioni, Direttrice, ma non voglio partorire una razza di puttan-cloni mie sosia. Saprà anche questo, no ?

-Come lei ha già capito, miss Danvers, ciò che una Matrice “vuole” non ha importanza.

La Direttrice allarga le braccia, e dalle sue mani secerne due poltiglie verdastre che cadono a terra e danno luce a due sue esatte copie. Che fanno lo stesso, fino a quando insieme a Carol ci sono nove Direttrici.

Carol è pronta a vendere cara la pelle, ma inizia a barcollare quando nell’aria viene diffuso un anestetico. Le Direttrici la bloccano quanto basta perché Carol non abbia più forza per reagire.

Riesce a restare cosciente mentre le donne la spogliano e la trascinano, nuda, in una vasca vuota. Sente le sonde che le vengono applicate sul corpo ed un liquido appiccicoso che riempie la vasca. Fa in tempo a vedere che è verdastro, prima di svenire definitivamente.

 

Aeroporto Internazionale di Los Angeles

L’uomo in armatura cremisi si incammina sulla pista, girando le spalle all’aereo che ha appena distrutto. Si aggiusta il tessuto cremisi che gli copre tutta la testa, lasciando scoperta una minima parte del suo volto grigiastro e gli occhi di fiamma azzurra.

Si ferma a guardare incuriosito le guardie che sono accorse sul luogo, e che lo fissano a loro volta. Lo straniero inclina la testa, ed alza le spalle.

-Resta fermo e metti le mani sopra la testa – intima una guardia, ben poco convinta.

Lo straniero allarga le braccia e chiede:

-Krl vrt ttrn Yttrnl vrsl ?

In risposta, le guardie estraggono le armi e lo straniero porta una mano all’elsa della spada… o almeno ci prova, perché un cavo di metallo gli si avvolge attorno alla mano.

Ad alcuni metri di distanza una donna in costume giallo e blu tiene stretto il cavo retrattile con entrambe le braccia, ancorandosi al terreno con gli artigli degli stivali.

-Nient’altro da dichiarare ?

In risposta, lo straniero lascia perdere la spada e tira il cavo con un solo movimento fluido, brandendolo come una frusta. Come se non pesasse niente, Hellcat viene strappata dal suolo e lanciata alla sua destra.

Le guardie fanno fuoco. Lo straniero dà un secondo strattone al cavo, lanciando Hellcat alla propria sinistra. Mentre lei è ancora in aria i proiettili colpiscono il cavo retrattile. Dal punto di vista delle guardie, sono rimbalzati via. Invece sono stati tagliati a metà.

Hellcat atterra in piedi, anche se visibilmente provata dal volo inatteso. Le vertigini non le impediscono di vedere lo straniero strappare in due parti il cavo d’acciaio come se si trattasse di un filo di seta.

Lo straniero colpisce la pista con la parte di cavo che ha ancora in mano, creando una crepa che si propaga fino ad arrivare sotto i piedi delle guardie.

-Meglio chiamare i Vendicatori – propone uno di loro.

Hellcat lancia l’altro cavo retrattile verso lo straniero, che in quel momento si volta e comincia a correre. Questa volta lei è pronta ad essere lanciata in aria della sua forza, e resta saldamente attaccata al cavo mentre lo straniero in armatura corre a velocità disumana verso l’aeroporto.

Dovendo usare tutte le sue forze solo per restargli attaccata, Hellcat non può fare troppo caso a dove stanno andando. Quando è riuscita ad avvicinarsi abbastanza da toccarlo, cade a terra perché lo straniero ha smesso di correre. Sono appena fuori dall’entrata dell’aeroporto.

Più precisamente, lo straniero è saltato sul tetto di un taxi e si è messo a parlare con il conducente.

-D-dove vuole andare ? – chiede timoroso il tassista.

-Vrl zmrz Dctr Strng vvvb, kgr pvkn.

-Sprechen sie Deutch ? – tenta il tassista, alzando le spalle.

-Beaudry Avenue, e faccia presto per favore - dice Hellcat, aprendo la portiera.

Sia lo straniero che il tassista la guardano sorpresi mentre si siede sul taxi e, guardando l’uomo con la spada, indica l’altro sedile.

-Sai, penso che tu ti stessi solo difendendo. Non ti eri accorto dell’aereo che arrivava alle tue spalle… non vorrei ci fosse un altro malinteso con la polizia, quindi perché non approfitti del passaggio e facciamo due chiacchiere ?

Dubbioso, lo straniero scende dal tetto e si siede sul taxi, che parte subito dopo.

-Btr mrngk vrsl mm ?

-O almeno possiamo provarci. Mai sentito parlare di vocali, dalle tue parti ?

 

Richmond Laboratories, New York

Nottolone ed il Cavaliere Nero stanno ascoltando con estremo interesse il racconto della Valchiria. Mentre ascolta, Dave Withman lavora febbrilmente sugli avanzati computer del laboratorio mentre Kyle Richmond se ne sta in un angolo, meditabondo.

-…e cessata la battaglia contro l’esercito di cloni, Carol era scomparsa.

-Ho eseguito una ricerca su tutta l’area di New York – interviene il Cavaliere Nero – Ma non avendo dati sul tipo di teletrasporto che usa, non posso distinguerlo dagli altri segnali registrati.

-Quanti ? – chiede la Valchiria.

-Novantasei.

La dea asgardiana lo guarda con occhi incerti, ai quali il Cavaliere Nero risponde con un vago cenno della mano:

-Siamo a New York, in fondo.

-Potrei chiedere udienza al potente Thor e ricevere l’assistenza di Odino o di Heimdall – propone la Valchiria.

-Ci vorrebbe troppo tempo. I computer dei Vendicatori potrebbero darci più informazioni sui tipi di teletrasporto, ma resta il solito problema: dobbiamo trovare Carol prima che…onestamente non so prima di cosa, e spero non sia necessario scoprirlo. Dovremo rintracciare Deadpool con i vecchi metodi investigativi.

Nel suo angolo, Nottolone ascolta.

-D’accordo – risponde la Valchiria – Che cosa sappiamo di lui ?

-Lavora per soldi o per divertimento, secondo gli X-Men ogni tanto come eroe.

-Sembrava divertirsi troppo durante la nostra battaglia – nota la Valchiria. Il Cavaliere Nero conosce bene quell’espressione facciale: Non Chiedermi Niente.

-Potremmo fare un po’ di ricerche tra i mercenari, ma ci vorrebbe un’eternità.

-Sembra strano che sia così difficile rintracciare un individuo così appariscente e rumoroso – nota la Valchiria.

-Già, i teleporti proprio…un momento. Che cosa hai detto !?

-Che dovrebbe essere facile rintracciare un mortale…così…rumoroso…

I due Difensori si voltano verso Nottolone, appollaiato su una sedia in un angolo ad ascoltare.

-Ci ho già pensato – risponde – Ma si tratterebbe di ascoltare l’intera area metropolitana, e niente ci assicura che non sia già in un altro stato. Ci sono vari modi per rintracciare Deadpool ma ce n’è solo uno che faccia al caso nostro…Valchiria, la tua spada prego.

-Come…desideri, Kyle.

Con aria esterrefatta, la dea estrae la fidata Dragonfang dal fodero e la porge a Nottolone. Entrambi gli uomini sanno che un gesto del genere, per lei, significa una fiducia incomparabile nel confronto di chiunque.

Nottolone accarezza la spada, avvicinando un orecchio al metallo. Ed ascoltando. Gli altri due Difensori osservano perplessi.

-Ricordi se ha versato del sangue ? – chiede.

-No, sono solo riuscita a spezzare una delle sue spade.

-Sento un suono metallico.

-Kyle, stai ascoltando una spada !!! Carol potrebbe…

-Sshh – lo zittisce Nottolone – Qualcuno che passeggia su una grata di metallo arrugginita. Dita che scivolano sul vetro. Qualcosa che ribolle. La voce di una donna… qualcuno parla così velocemente da non avere quasi tempo di respirare.

-Deadpool ? – chiede il Cavaliere Nero.

-Non lo so, non l’ho mai sentito parlare.

-Che fortuna… - sottolinea la Valchiria.

-Dobbiamo andare all’aeroporto, subito – decide Nottolone, allontanandosi dalla spada.

-Perché ? Deadpool si è già teleportato chissà dove !

-Lo so. Ma ora conosco la sua voce. Il suo suono non può essere stato spezzato dal teletrasporto.

-Aspetta ! Come fai ad esserne così sicuro ? – chiede il Cavaliere Nero, ancora scettico.

-Tu come fai ad essere così sicuro di avere quel simbolo sulla mano, anche se nessuno strumento ti può dare ragione ?

-Perché riesco a percepirlo.

Nottolone si affretta ad uscire dal laboratorio, seguito a ruota dal Cavaliere Nero e dalla Valchiria che chiede:

-Quale simbolo ?

 

Poco tempo fa, in una galassia lontana lontana

Un uomo in fiamme viene scortato da mezza dozzina di esseri simili a polipi con cinque tentacoli, e portato davanti ad una piccola astronave.

-Le ripeto che si tratta di un malinteso, Capitano – spiega Firelord – Ho solo ucciso un assassino.

-Mister Firelord – risponde con tono pomposo il polipo – non so come vadano le cose nella sua Galassia ma su Khalsedron solo lo stato è autorizzato ad uccidere.

-Ha ucciso un ragazzino colpendolo alle spalle, proprio sotto i miei occhi. Cosa avrei dovuto fare ?

-Avvisare le autorità competenti come ogni buon cittadino. Specialmente visto che lei è un immigrato senza permesso di soggiorno…

-Sono un ex Araldo di Galactus. Vado dove mi pare.

-Questo lo spiegherà all’Ufficio Immigrazione, mister Firelord.

-Le ho promesso che vi avrei fornito le prove dell’assassinio, Capitano, e questo avrete.

Con due raggi oculari, Firelord riscalda il portone d’ingresso dell’astronave fino a farla evaporare in pochi secondi.

-Ecco. Questa è l’astronave dell’assassino…dopo di voi.

-Avevamo le chiavi, mister Firelord. E dato che tutte le navi senza padrone appartengono al pianeta, le faremo pagare i danni.

-Io…eh…oops.

I polipi fanno irruzione sull’astronave, senza dimenticarsi di tenere sott’occhio l’Araldo.

-Da questa parte – li guida Firelord – Nelle ultime ore, da questo loculo è stato inviato un potente segnale in un’altra galassia.

-E lei come fa a saperlo ? – chiede il Capitano.

-I miei sensi cosmici non mentono mai…

-Allora come mai ha incenerito la porta ?

-…quando mi ricordo di usarli.

L’ispezione è veloce, soprattutto grazie alle dimensioni ridotte della nave. Firelord si allontana dai poliziotti per recuperare un oggetto discoidale, nero, poco più grande delle sue mani.

-Eccolo – annuncia – Decisamente non è di questo pianeta…troppo sofisticato. Questo è chiaramente un indizio !

-Verso cosa ? – chiede il Capitano.

-Onestamente non lo so, ma credete che vi avrei permesso di scortarmi qui se lo avessi ucciso senza motivo ?

-Che razza di difesa è mai questa !?!?

-Quarantamila senzienti a testimoniare in mio favore non erano una difesa sufficiente, Capitano !?

La bassa fiamma che ricopre il corpo di Firelord si alza, aumentando la temperatura dell’astronave e liquefacendo il dispositivo discoidale.

I poliziotti puntano le proprie armi contro l’ex Araldo, che si guarda le mani infuocate.

-C’è un motivo se continuo a usare la staffa per sparare…

Colpito da numerosi raggi laser, Firelord non si scompone. Una fiammata collega le sue mani, per solidificarsi in una staffa di energia cosmica solidificata con una fiamma stellare ad entrambi i lati.

-Mettete anche il tetto sul mio conto – chiede, alzandosi in volo e passando attraverso la parte superiore dell’astronave liquefacendola.

Con una minima accelerazione vola oltre l’atmosfera del pianeta, fino a superare le sue difese spaziali. Una volta fuori dal campo gravitazionale…meno di trenta secondi dopo…accelera oltre la velocità della luce, fermandosi ad un paio di parsec di distanza. Nel vuoto cosmico.

Si guarda intorno e vede altro vuoto cosmico, altre stelle. Altre destinazioni…altri luoghi che non sono la sua casa.

-E con questo fanno sette incidenti diplomatici di fila – riflette – Fare il turista spaziale non è proprio il mio forte. Ho bisogno di uno scopo…

Istintivamente, Firelord si porta una mano alla fronte dove sente la presenza di…qualcosa. Un simbolo che confonde i suoi sensi cosmici.

-Quel segnale era diretto a cinque miliardi di anni-luce di distanza. Non sono molte le razze che usano una tecnologia del genere… ma quel congegno non mi era per nulla familiare. Mi converrà indagare…

Più che altro per non pensare troppo al passato, Firelord accelera oltre la velocità del pensiero nello spazio infinito.

 

La Fabbrica di Carne

Due spade pressoché indistruttibili secondi gli standard terrestri si fanno strada attraverso uno spesso muro di cemento armato, e tre Difensori fanno irruzione.

Davanti a loro ruggine, ragnatele, polvere ed abbandono. Pesanti macchinari obsoleti marciscono negli angoli, e ricordi sbiaditi di effetti personali costellano l’ambiente. L’aria è rarefatta, pesante, vecchia.

-Non riesco a crederci… - mormora Nottolone, “guardandosi” attorno sbalordito.

-Questo luogo pare abbandonato da molti anni – osserva la Valchiria, ancora pronta alla battaglia.

-Siamo ancora in tempo per utilizzare i computer dei Vendicatori, Kyle – lo informa il Cavaliere Nero, raccogliendo un po’ di polvere con le dita per assicurarsi che sia vera e distribuita uniformemente.

-Sshh – intima Nottolone, inginocchiandosi ed avvicinando una mano al suolo – Il suono si ferma qui. Ma nessuno ha messo piede in questa fabbrica da anni… il che potrebbe significare che il suono…per voi Deadpool…è passato attraverso.

-O potrebbe significare un vicolo cieco.

-Ti fidi di me, Dave ?

Il Cavaliere Nero osserva intensamente il suo compagno di squadra, ed affonda la Lama d’Ebano nel pavimento.

-Aaah !!! – urla Nottolone perdendo l’equilibrio e portandosi le mani alle orecchie.

-Kyle !? – esclama la Valchiria, correndo a soccorrerlo. Ma il super-eroe si ricompone prima che lei possa avvicinarsi.

-Non è niente, sono solo stato…preso di sorpresa. C’è qualcosa sotto di noi, qualcosa che emette molto rumore… solo che qualcosa mi impediva di percepirlo.

-Abbiamo già danneggiato una proprietà privata – nota il Cavaliere Nero continuando a tagliare il pavimento – Non ha senso fermarsi adesso.

Con l’aiuto di una spada indistruttibile e dei muscoli di una dea, tre eroi scendono grazie a un jetpack al livello sotterraneo.

 

Sotto i loro occhi, una gigantesca camera cilindrica che si estende per più di cento metri. Al centro, un’unica colonna di cemento. Alle pareti levigate sono collegate centinaia…decine di centinaia di capsule abbastanza grandi da contenere un essere umano.

Ed infatti, contengono tutte Carol Danvers.

-Per la barba di Odino, che accidenti…

-Chiunque ci sia dietro questo deve avere un interesse morboso per le bionde – prova a scherzare il Cavaliere Nero, fallendo.

-Come possiamo fermare tutto questo senza uccidere tutti questi cloni ? – chiede la Valchiria, i muscoli tesi per la battaglia che non arriva.

Nottolone risponde correndo verso la grande colonna, che contiene quello che sembra il terminale di un computer.

-Se non possiamo distruggerle, la nostra unica speranza è infiltrarci nel sistema e…

Un lampo rosa, uno stivale rosso e nero, un colpo.

Nottolone cade a terra per il calcio imprevisto, e Deadpool si ferma per sguainare le spade e puntarle sulla gola del nemico.

-Spiacente, uccellino, ma dovrò tagliarti un po’ di piume e pelle. Tra parentesi, nessuno ti ha mai chiesto “cosa punto esclamativo cancelletto e commerciale chiocciola è un Nottolone” ?

Nottolone rotola su un fianco per evitare di essere colpito da una delle katane, ma non è necessario: il Cavaliere Nero ha già parato la mossa di Deadpool.

-Nessuno ti ha mai fatto notare che “Deadpool” è un nome stupido ?

In risposta, il mercenario si teleporta alle spalle del cavaliere e cerca di colpirlo alle spalle. Il Difensore risponde parando il colpo portando la spada dietro la schiena, e girandosi per colpire. Deadpool devia il colpo.

-Oohh, siamo agli scambi di battute ? Cosa preferisci, “tua madre è così grassa che…”, “hai un naso così grosso che…”, oppure “il tuo super-guppo è così patetico che…” ? O magari…

Per una volta nella sua vita, il mercenario resta senza parole: la stanza cilindrica si illumina di una luce verdastra, e con un tremore diffuso le centinaia di capsule iniziano a dischiudersi.

Al tempo stesso, Deadpool e il Cavaliere Nero vengono isolati dal resto del gruppo da una gabbia trasparente che cresce dal pavimento e comincia a sprofondare.

La Valchiria cerca di aprirsi un varco con la sua spada, ma la sostanza organica si adatta ai suoi movimenti e non la lascia passare.

Deadpool ricomincia il suo attacco al Cavaliere Nero, che rispondendo ai colpi grida ai suoi compagni mentre sprofonda al secondo livello:

-Non pensate a me ! Fermatele e trovate Carol !

Nottolone e la Valchiria si preparano allo scontro, schiena contro schiena, osservando le centinaia di donne avvolte in tute organiche verdastre scendere verso di loro. Volando. Con le mani cariche di scariche di energia aliena pronta ad essere rilasciata.

-Trovare Carol non sarà difficile – nota la Valchiria.

-Non è questo che intendevo con “sarebbe meglio allargare il gruppo” – risponde Nottolone, dando inizio allo scontro.

 

CONTINUA

 

Nel prossimo numero: Parte 3, “Potrebbe quasi avere senso”

 

Note

Credeteci o meno, il coinvolgimento di Firelord è perfettamente logico e sensato, e non è assolutamente casuale o forzato.

Davvero.

No, sul serio.

Smettetela di fissare…

Certa gente è proprio strana, vero ?